15 e 16 marzo FolkClub: Giovanni Guidi e Eugenio Bennato

15 e 16 marzo FolkClub: Giovanni Guidi e Eugenio Bennato

Ancora un fine settimana stellare al FolkClub che tiene altissimo il livello della programmazione per i lunghissimi festeggiamenti del Venticinquennale.

Venerdì 15 marzo dalle 21.30 arriva in Via Perrone Giovanni Guidi, pianista umbro che con i suoi 28 anni ha già smesso di essere una rivelazione e anziartistiche attraverso una progettualità unica e lucida consapevolezza ha trovato un suo suono preciso e una sua strada. Non solo un musicista illuminato come Enrico Rava lo ha voluto al suo fianco e difficilmente rinuncia a lui, ma addirittura la mitica etichetta ECM lo ha consacrato con una uscita proprio nel febbraio di quest'anno. Ed è proprio con questo progetto e questo trio - con il violoncello di Thomas Morgan e la batteria di Joao Lobo - che lo si può ascoltare in anteprima cittadina in questa occasione.

Ingresso: 15.00 € Minori di 30 anni: 8.00 €

Sabato 16 marzo dalle 21.30 ritorna per il Venticinquennale il cantore del folk meridionale italiano per eccellenza, Eugenio Bennato. Presenta in concerto il suo ultimo lavoro Questione meridionale, tra musica popolare e cantautorato, che lui stesso definisce "il più importante della mia carriera". Influenze da tanti sud del mondo e non solo italiani, storie del passato e immaginazioni del presente per un disco intenso e un concerto naturalmente entusiasmante.

Ingresso: 20.00 € Minori di 30 anni: 10.00 €

 

 

Venerdì 15 Marzo

ore 21.30

GIOVANNI GUIDI TRIO

Il giovane talento umbro torna al FolkClub da ECM recording artist!

Ingresso: 15.00 € 

Minori di 30 anni: 8.00 €

Al FolkClub Giovanni Guidi (piano), Thomas Morgan (contrabbasso) e Joao Lobo (batteria).

 

 

Sabato 16 Marzo

ore 21.30

EUGENIO BENNATO

Questione meridionale

Concerto Eccezionale

Ingresso: 20.00 € 

Minori di 30 anni: 10.00 €

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Venerdì 15 Marzo

GIOVANNI GUIDI TRIO

Seguiamo da tempo questo giovane talento del jazz italiano, già al FolkClub nel 2010, ed è quindi con particolare orgoglio che lo riaccogliamo in occasione del suo esordio discografico con la mitica etichetta ECM di Manfred Eicher, in uscita a febbraio 2013. Il disco rappresenta una vera e propria consacrazione internazionale per Giovanni e il suo trio, solo i più grandi hanno l’onore di registrare per ECM. Giovanni ha saputo mettersi in gioco, delineando nuove strade, osando, ed è stato premiato. Oggi Giovanni Guidi non è più una rivelazione: in pochi anni e a passi da gigante ha trovato una propria strada, fatta di una progettualità unica e di una lucida consapevolezza nelle scelte artistiche. E non è certo un caso che musicisti illuminati come Enrico Rava e Gianluca Petrella l’abbiano voluto al loro fianco e a lui difficilmente rinuncino. Nella sua formazione ha cooptato due musicisti giovani, ma già di grande esperienza: l’americano Thomas Morgan, bassista prediletto da Paul Motian negli ultimi anni della sua vita, nonché collaboratore di Steve Coleman, John Abercrombie, Mark Feldman, Craig Taborn, Jim Black; e il portoghese Joao Lobo, richiestissimo batterista tra i giovani musicisti europei più interessanti. Il trio si muove con estrema libertà tra varie suggestioni e atmosfere, esaltandosi in estroversione e spregiudicatezza, senza perdere di vista però il pensiero melodico, il lirismo e la cantabilità che sono i tratti salienti della personalità del pianista umbro. 

Giovanni Guidi Nato a Foligno nel 1985, studia inizialmente con Ramberto Ciammarughi. Frequentando i seminari estivi di Siena, viene notato da Enrico Rava, che lo inserisce nel gruppo Rava Under 21, trasformatosi in seguito in Rava New Generation, con cui incide un cd nel 2006. Attualmente oltre alla collaborazione con Rava Quintet e Rava PM Jazz Lab è leader di vari propri gruppi, è membro del quartetto di Roberto Cecchetto, e di Cosmic Band, diretta da Gianluca Petrella, con cui è co-leader anche di un entusiasmante duo. Si è esibito in vari importanti festival, tra i quali citiamo Umbria Jazz, Festival MI-TO, Zurich Nu Jazz, North Sea Jazz Festival, San Francisco Jazz Festival, Portland Jazz Festival e il Birdland di New York. Nell’agosto 2006 ha pubblicato per l’etichetta giapponese Venus il cd Tomorrow never knows, recensito con cinque stelle dal mensile Swing Journal. Nel referundum Top Jazz 2008 indetto dalla rivista Musica Jazz è stato votato da una giuria composta da 58 giornalisti e critici musicali come miglior nuovo talento 2007. È del luglio 2009 il Cd The Unknown Rebel Band, un progetto che coinvolge giovani musicisti, tra i più interessanti talenti che la scena musicale italiana (e non solo) abbia visto negli ultimi anni; la musica composta dallo stesso Guidi si muove sui grandi riferimenti orchestrali degli anni sessanta e settanta, dalla Liberation Music Orchestra, all’orchestra di Carla Bley, incrociata e mischiata alla tradizione popolare. Nel 2011 ha pubblicato We Don’t Live Here Anymore con Gianluca Petrella al trombone, Michael Blake al sax tenore, Thomas Morgan al contrabbasso e Gerald Cleaver alla batteria. 

Thomas Morgan Inizia come violoncellista, ma all’età di quattordici anni la sua attenzione si rivolge allo studio del contrabbasso. Dopo essersi diplomato alla Manhattan School of Music, dove il suo talento musicale è stato coltivato da Harvie S and Garry Dial, Thomas ha collaborato con artisti del calibro di: David Binney, Steve Coleman, Joey Baron, Paul Motian, Craig Taborn, Mark Feldman, Kenny Werner e John Abercrombie. 

Joao Lobo Nato a Lisbona, è uno dei batteristi più richiesti e innovativi della nuova scena jazz europea. Leader di propri gruppi, con il suo drumming raffinato, coloristico e imprevedibile si è imposto collaborando con molti altri giovani talenti, e in seno al gruppo New Generation di Enrico Rava. Con l’As Guest Quartet si è imposto nel Pim Jacobs Prize e nella Dutch Jazz Competition, promossa nell’ambito del North Sea Jazz Festival.

 

 

Sabato 16 Marzo

ore 21.30

EUGENIO BENNATO

Eugenio, profeta del folk meridionale quando in Italia circolava solo il folclore più caricaturale e le ghironde rialzavano la testa in terra di Francia, è stato il grande traghettatore del folk nazionale in terra straniera, addirittura oltre oceano, attraverso una geniale e originale rivitalizzazione dei ritmi e dei suoni della taranta. Anche lui cocciuto e testardo nel realizzare rare intuizioni, nel trasformare i suoi sogni in realtà effettive che partoriscono scuole di formazione per le giovani leve e portano nel mondo l’immagine di una Italia diversa. 

Ponte fra tradizione e rinnovamento, Eugenio ha la capacità di esaltarsi davanti all’anziano testimone di antiche armonie popolari, come ugualmente esultare davanti al giovanissimo suonatore di chitarra battente o di tammorra e tamburello. E se da un lato questo è sinonimo di umiltà e onestà intellettuale, dall’altro è pure testimonianza di una insaziabile fame di conoscenza. 

Il fondatore della Nuova Compagnia di Canto Popolare, di Musicanova e di Taranta Power torna al FolkClub dopo una lunga assenza per presentare il suo ultimo lavoro discografico, quello che lui stesso definisce senza mezzi termini …il più importante della mia carriera. 

Il sud esprime come parola scintillante e colorata la sintesi di un percorso, che mi ha portato a riconoscere il valore e l’apporto creativo offerto in Italia dalla nuova ondata migratoria: la presenza di strumenti e voci e anime del Marocco, della Tunisia, dell’Egitto, dell’Algeria, ma anche di isole e di terre più lontane come Madagascar, Etiopia, Mozambico, Capoverde. In Questione meridionale ho scritto cose che riguardano vari momenti della storia presente che ho vissuto direttamente, e della storia del passato che ho appreso attraverso ricostruzioni e ricerca di tracce. Riaffiorano così alla mia mente e alla mia immaginazione i volti e le storie di personaggi maledetti, uccisi e cancellati dalla storia, come Ninco Nanco e Michelina De Cesare, combattenti meridionali abbattuti dall’esercito sabaudo al tempo dell’Unità d’Italia, che avevano osato contrapporsi alla campagna militare sicuramente irrispettosa e ignorante delle istanze della cultura diversa dei contadini del sud. E la storia dei briganti si collega a una storia del presente, per esempio alla straordinaria storia dell’”onda verde” della primavera araba, che rappresenta un fatto nuovo e inatteso che ha avuto la potenza di avviare un cambiamento epocale. Dopo un concerto a Casablanca nel febbraio 2011, ho scritto un brano che racconta di un sud che finalmente si muove, di una nuova gioventù che da sola si prende le cose che le spettano. E, più recentemente, ho dedicato una balata alla giovane pianista iraniana Neda Soltan, uccisa nel luglio 2009 da un cecchino che l’ha colpita mentre pacificamente sfilava in una manifestazione a Teheran, per la strada. (Eugenio Bennato).

 

MARZO

Venerdì15  GIOVANNI GUIDI TRIO

Sabato16  EUGENIO BENNATO

Venerdì22 TENORES DI BITTI

Sabato23 CARLO PESTELLI

 

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