10 novembre, Buscadero Nights presenta: Orphan Brigade (Usa) al FolkClub di Torino

 10 novembre, Buscadero Nights presenta: Orphan Brigade (Usa) al FolkClub di Torino

10 novembre, Buscadero Nights presenta: Orphan Brigade (Usa) al FolkClub di Torino. La band-rivelazione in tour in Italia per promuovere il nuovo album  'Heart Of The Cave': un album davvero magico, interamente scritto nelle grotte sotterranee del borgo marchigiano di Osimo.

FolkClub e Buscadero Nights
presentano:

Venerdì 10 novembre, ore 21:30

The Orphan Brigade (Usa)

'Heart Of The Cave'
La band-rivelazione in tour in Italia per promuovere il nuovo, splendido album 

Ingresso: 18.00 €/ Min. di 30 anni: 9.00 € 
FolkClub, Via Ettore Perrone 3 bis, 10122 Torino
Biglietti: www.folkclub.it 

La band-rivelazione in tour in Italia per promuovere il nuovo, splendido album "Heart Of The Cave"
Dopo il successo nel 2015 con "Soundtrack to a Ghost Story", torna in Italia la band-rivelazione degli ultimi anni, The Orphan Brigade, con un nuovissimo disco, concepito e realizzato completamente in Italia. Al pari del pluripremiato disco d’esordio, si tratta di un 'concept album', articolato in tredici brani incentrati sulla cittadina marchigiana di Osimo e sulle antiche grotte che si dipanano nel suo sottosuolo. Il progetto ha già suscitato l’attenzione della RAI (che ha realizzato diversi servizi sulla band) e la città di Osimo e la regione Marche l’hanno apprezzato al punto di inserirlo nella guida turistica regionale e darvi risalto nei tour delle celebri grotte.
Gli Orphan Brigade sono la super band composta da tre affermati cantautori: l'irlandese di Belfast Ben Glover (pupillo di Mary Gauthier, aprì il suo concerto a Maison Musique nell’autunno 2014 incantando il pubblico) e gli americani Joshua Britt e Neilson Hubbard. 
Glover, originario di Belfast e ora trapiantato a Nashville, si è già fatto conoscere in Italia grazie a Mary Gauthier, che l’ha voluto più volte con sé in tour. Dotato di una splendida voce, è anche un talentuoso songwriter dallo stile a metà tra Springsteen e David Grey. 
Hubbard è ormai uno dei produttori più abili e ricercati di Nashville, al pari di Dave Cobbs, e l’aspetto grafico e multimediale del progetto è stato seguito da Britt, che se ne è spesso occupato anche per altri illustri colleghi, tra cui John Prine, di cui ha firmato l’ultimo videoclip. Gli Orphan Brigade presentano "Heart of the Cave", un album davvero magico, interamente scritto nelle grotte sotterranee del borgo marchigiano di Osimo. "Heart of Cave" è la consacrazione definitiva della band che bissa il successo, anche cinematografico, del loro primo lavoro "Soundtrack to a Ghost Story" (4 stelle sulla rivista Buscadero), straordinario e acclamato album, nel quale -in un sapiente intreccio di root, country rurale, irish music e folk rock- aleggiano le evocative atmosfere della Guerra Civile americana. C'è molto fermento intorno a questo nuovo progetto della band che ha vissuto anche gli attimi tragici dell'ultimo grande terremoto delle Marche proprio mentre si trovava nelle grotte di Osimo a lavorare al disco. "Heart of the Cave" si apre con un’atmosfera antica, sacra e tribale. Il battito di un tamburo. Uno shaker. Un coro. Voci che si levano all’unisono cantando …non lasciamo che un mucchio d’ossa. Non lasciamo nient’altro. La storia inizia dalla fine perché -indipendentemente dal percorso- approdiamo tutti alla stessa destinazione: la morte del corpo fisico. Accogliere questa verità immutabile richiede fede e rende liberi. Ecco perché il confronto con la mortalità alimenta tanti viaggi spirituali, proprio come ha alimentato questo viaggio artistico. Mentre erano impegnati nella promozione europea di "Soundtrack to a Ghost Story", album che raccontava la storia di una casa stregata in Kentucky durante la Guerra Civile americana, gli Orphan Brigade sono stati invitati alla scoperta della cittadina marchigiana di Osimo e delle grotte che si dispiegano sotto le sue strade, note da 2.500 anni. Un tempo le gallerie ospitavano società segrete e santi che combatterono per Dio con anima e corpo, lasciando le proprie storie occultate nelle pareti delle grotte. Della loro prima discesa sottoterra, Glover ricorda: "…le prime percezioni fisiche sono state quelle della polvere, dell’oscurità e della pesantezza dell’aria. Poi è stato come essere trasportati in un’altra dimensione, svincolata dal presente. Avevo la netta sensazione che ci stessimo calando nel passato, in un mondo misterioso e antico." Avendo toccato con mano la vacuità di molti luoghi religiosi, Britt aggiunge: "…si respirava un’aura di autenticità. Incisioni di angeli e demoni nello stesso luogo. Antiche società segrete disposte a sopportare la tortura pur di custodire i propri segreti. Mucchi di ossa umane". Scendendo nel sottosuolo, i songwriter hanno trovato un mondo traboccante di vita, morte, spiritualità, mutamento e misticismo. Le grotte sono disseminate di vestigia di amore e perdita. È stato in quel momento che gli Orphan Brigade, nati per portare a termine un unico progetto, sono diventati una band. Così i tre artisti sono tornati a unire le forze, facendo confluire le esperienze di carriere individuali già avviate e solide. Il disco ha iniziato a prendere forma già durante quella prima visita, cui è seguito un soggiorno più lungo. Invece di informarsi in anticipo sulla regione, i tre musicisti hanno scelto di lasciare che le canzoni affiorassero con naturalezza grazie all’aiuto di un’esperta di storia locale, Simona Palombarani, che ha fatto loro da guida e narratrice. I brani di "Heart of the Cave" sono fondati tanto sul mistero di Osimo quanto sulla sua storia. "…spiritualità e storia sono invisibili, anche se entrambe lasciano prove tangibili nel mondo", spiega Glover, "come cantautore cerco sempre di afferrare l’invisibile ed esprimerlo nella melodia e nelle parole, quindi sono attratto dall’enigma di queste vicende." 
Per dare coesione alle singole storie e raccontarle con autenticità, i tre artisti hanno trovato dei parallelismi tra la propria vita e quelle emerse dalle profondità delle grotte. "…C’è una forte componente di proiezione", afferma Glover, "anche se abbiamo fatto del nostro meglio per metterci nei panni dei personaggi di cui abbiamo raccontato. In fondo, però, l’album parla di noi e abbiamo usato queste figure per esprimere quello che abbiamo ritrovato dentro di noi. Oscurità e pericolo, misticismo e mortalità…" 
Conoscere questi aspetti della vita equivale a conoscerne anche l’opposto. Trovarsi nell’ombra significa vedere la luce. Ed è proprio questa trasformazione il cuore pulsante di "Heart of the Cave". 
Proprio come affermava il motto dei Templari che popolarono quelle grotte," Veritas vos liberabit…" La verità vi renderà liberi.

Info: www.folkclub.it - https://www.facebook.com/FolkClubTorino/
011 571 2791  -  Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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