FolkClub, Torino: sabato 14 dicembre Bocephus King per XX Anniversary

FolkClub, Torino: sabato 14 dicembre Bocephus King per XX Anniversary

FolkClub, Torino: sabato 14 dicembre Bocephus King per XX Anniversary. Una festa, questo sarà la serata di sabato 14 dicembre al FolkClub. Una festa per celebrare i vent’anni dal primo arrivo, nel 1999, di Bocephus King in Italia. Un evento creato appositamente per il club torinese e che accanto allo straordinario artista canadese vedrà la partecipazione di una super band e tanti ospiti prestigiosi: da Alex ‘Kid’ Gariazzo a Michele Guaglio, passando per Marco Benz Gentile, Max Malavasi, Raffaele Kohler, Bobo Rondelli, Simona Colonna, Max Manfredi, Saba Anglana, Fabio Barovero, Claudia Buzzetti, Paolo Ercoli, Mario Arcari, Andrea Parodi e tanti altri.

FolkClub, Buscadero Nights
presentano:

Sabato 14 dicembre, ore 21.30 

Bocephus King

XX Anniversary

Ingresso: 25.00 €  Minori di 30 anni: 13.00 €  

Una festa, questo sarà la serata di sabato 14 dicembre al FolkClub. Una festa per celebrare i vent’anni dal primo arrivo, nel 1999, di Bocephus King in Italia.

Un evento creato appositamente per il club torinese e che accanto allo straordinario artista canadese vedrà la partecipazione di una super band e tanti ospiti prestigiosi: da Alex ‘Kid’ Gariazzo a Michele Guaglio, passando per Marco Benz Gentile, Max Malavasi, Raffaele Kohler, Bobo Rondelli, Simona Colonna, Max Manfredi, Saba Anglana, Fabio Barovero, Claudia Buzzetti, Paolo Ercoli, Mario Arcari, Andrea Parodi e tanti altri.
 
In tutti questi anni, Bocephus King - all'anagrafe James Perry - è transitato sul palco del FolkClub per ben 5 volte, portando con sé la sua musica, quella miscela esplosiva che mescola passato e presente, capace di spaziare tra blues, gospel, country, folk, rock, e ricca di riferimenti cinematografici e di contaminazioni tra generi, culture e lingue diverse.

Bocephus King, all’anagrafe James Perry, arriva da Vancouver e più precisamente da Tsawwassen, piccola cittadina sull’Oceano Pacifico dal fiero nome indiano. Poco più a sud dello stesso promontorio si trova la cittadina di Point Roberts, contesa negli anni tra Stati Uniti e Canada, ora territorio americano anche se confinante per 3/4 con acque canadesi e per 1/4 con Tsawwassen. Ed è proprio in questo piccolo paese di pescatori che Bocephus King spesso si rifugia a scrivere canzoni. Pochi minuti per varcare il confine e arrivare in un luogo in lotta con la propria identità dove gli abitanti sono cresciuti ascoltando John Prine e gli ACDC. Forti contrasti che si riflettono nella musica e soprattutto nella personalità di James Perry che ha dovuto per necessità costruire un personaggio capace di contenere tutte queste sfaccettature. Bocephus King sembra uscito dal mondo del vaudeville, un Humphrey Bogart o un Robert Mitchum senza tempo che incontra al bancone di un diner Tom Waits, Nina Simone e il drugo del grande Lebowsky.

La carriera di Bocephus King comincia con Joco Music, un disco registrato proprio a Point Roberts, nella casa di famiglia, insieme ad amici, parenti e qualunque musicista capitasse da quelle parti. Un disco pieno di gioia realizzato dopo un lungo vagare tra la California, il Messico, Nashville, New York e New Orleans. Col disco A small good thing arriva il primo importante contratto discografico con una delle label più interessanti, la New West Records, che pubblica anche il successivo The Blue Sickness, scommettendo per prima sull’estro e il talento di Bocephus King. Il disco è un successo in Italia e il magazine specializzato Buscadero gli dedica la copertina commentando: è la seconda volta che mettiamo un artista sconosciuto in copertina. La volta scorsa era toccato a Tracy Chapman. 

Bocephus King arriva in tour in Italia infiammando ogni tipo di palcoscenico dove si trova a suonare, da solo in acustico o con la sua band, The Rigalattos. Dal vivo è una miscela esplosiva capace di spaziare tra sonorità blues, gospel, gipsy e country, rileggendo un intero secolo di musica americana. Ci sono echi di Woody Guthrie, Dylan, Springsteen, Waits ma anche Prince, Townes Van Zandt e tanto Cinema, da Fellini a Quentin Tarantino passando per l’estro dei fratelli Coen.
L’album successivo è All children Believe in Heaven, che ottiene pareri discordanti per le sonorità sovraccariche di sperimentazioni che riflettono anche un momento personale fatta di forti contrasti, di momenti più difficili e di gioie infinite come la nascita della sua prima figlia, Stella Bella Blue. A distanza di anni, riascoltando quel disco ci si accorge che conteneva canzoni straordinarie come Goodnight forever Montgomery Clift e Jesus The Bookie, con due testi visionari e crudi. Bocephus rimette le cose a posto con Willie Dixon God Damn, un album pieno di contaminazioni ma molto più sobrio e solare. Nel gennaio 2014 l’etichetta italiana Appaloosa pubblica un’antologia completamente rimasterizzata di Bocephus King, Amarcord; un titolo felliniano, per ripercorrere questo viaggio pieno di riferimenti cinematografici e surreali. Una maratona di quasi ottanta minuti attraverso le sue canzoni più belle e alcuni inediti, tra cui una personale rilettura di Señor di Bob Dylan, registrata con due musicisti indiani conosciuti la sera stessa in un locale.

Nel marzo 2015 esce Illusion of Permanence, uno straordinario viaggio musicale da ovest a oriente con sonorità che spaziano dal folk, al rock, alla psichedelia e alla musica araba. Nell’ottobre del 2015 viene invitato al Premio Tenco di Sanremo incantando il pubblico e la stampa con una toccante traduzione di Autogrill di Francesco Guccini e gli viene concesso l’unico bis dell’intera rassegna. Nel febbraio del 2015 viene richiamato in Italia per rappresentare il Club Tenco durante il Festival di Sanremo e ritorna con un disco nuovo, doppio, intitolato Saint Eunice, ispirato e dedicato a Nina Simone, dove alterna canzoni originali a cover facendosi accompagnare da una band formata da musicisti internazionali. Durante questo nuovo viaggio in Italia Bocephus King lavora a un nuovo disco di traduzioni dall’italiano all’inglese per esportare la grande canzone d’autore di Fabrizio De Andrè, Paolo Conte, Francesco De Gregori, Piero Ciampi, Bobo Rondelli, Vinicio Capossela, Ivan Graziani e perfino Giacomo Leopardi, di cui ha musicato e tradotto l’Infinito. Ed è proprio l’Infinito che esegue nel febbraio 2016 nella cattedrale di Recanati, davanti alle telecamere della Rai. Pochi mesi dopo torna al Premio Tenco ed esegue in inglese Mi sono Innamorato di Te e E se ci diranno.
http://www.bocephusking.ca/

L'ingresso è riservato ai soci: tessera associativa vitalizia 10 € (5 € per gli under 30) con una consumazione in omaggio.

FolkClub, Via Perrone 3 bis Torino

Info: 011 19215162 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
https://www.facebook.com/FolkClubTorino/ - http://www.folkclub.it

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