Si Avvicina Jazz Is Dead, venerdì 25, sabato 26 e domenica 27 maggio 2018 -  Video “The Continuous Music Man” di Lubomyr Melnyk

Si Avvicina Jazz Is Dead, venerdì 25, sabato 26 e domenica 27 maggio 2018 -  Video “The Continuous Music Man” di Lubomyr Melnyk

Si Avvicina Jazz Is Dead, venerdì 25, sabato 26 e domenica 27 maggio 2018 all' ex cimitero di San Pietro in Vincoli a Torino! Si è svolta il 02 maggio, la conferenza stampa di Jazz is Dead! Again!, il festival di Arci Torino, nato nel 2017 con l’intento di oltrepassare i confini del jazz, portandolo verso gli arditi orizzonti della sperimentazione musicale. Con, Pierre Bastien - Lubomyr Melnyk - Patrick Higgins - Mop Mop Electric Trio feat. Wayne Snow - Misrak Mossisa & Rhabdomantic Orchestra - Zu feat. Mats Gustafsson - Andrea Belfi & Francesco Donatello - Zeus! - Mombu - NoHayBanda! - Spime.IM - Chris Corsano - Stefano Pilia & Massimo Pupillo - Paul Beauchamp ed altri - Video “The Continuous Music Man” di Lubomyr Melnyk

Città di Torino, Tum Torino

annunciano:

Jazz is Dead! Again!

Venerdì 25 - sabato 26 - domenica 27 maggio 2018 

Ex cimitero di San Pietro in Vincoli a Torino 

Ingresso gratuito

Pierre Bastien - Lubomyr Melnyk - Patrick Higgins - Mop Mop Electric Trio feat. Wayne Snow - Misrak Mossisa & Rhabdomantic Orchestra - Zu feat. Mats Gustafsson - Andrea Belfi & Francesco Donatello - Zeus! - Mombu - NoHayBanda! - Spime.IM - Chris Corsano - Stefano Pilia & Massimo Pupillo - Paul Beauchamp - One Blood Family - NYEM - Raw Tella - The Dreamers - Primitive - TMSO - Dj'mbo from Gambia

Si è svolta lo scorso mercoledì 2 maggio, la conferenza stampa di Jazz is Dead! Again!, il festival di Arci Torino, nato nel 2017 con l’intento di oltrepassare i confini del jazz, portandolo verso gli arditi orizzonti della sperimentazione musicale.

Al tavolo dei relatori sedevano l’Assessora Francesca Leon, Matteo Negrin, Direttore della Fondazione Piemonte dal Vivo, il Presidente Arci Torino Andrea Polacchi, a fare gli onori di casa e il Direttore Artistico del festival Alessandro Gambo. 

Si è parlato molto di Jazz is Dead!, un contenitore multidisciplinare, dal concept ben definito, un momento di spettacolo senza primi artisti in cartellone, un festival irriverente, a partire dal nome, dedicato alle sonorità sperimentali, alternative, colte, alla contaminazione pura. La stessa contaminazione che è intrinseca nel jazz, genere di partenza nel concepimento del festival. Così come il jazz ha molte anime, Jazz is Dead! si concretizza in diversi momenti, ciascuno con un ragionamento artistico ben preciso. Si parla a un pubblico curioso, competente e disponibile, cultori dei sotto-generi coinvolti, ma anche solo desiderosi di conoscere e scoprire musica nuova, facendosi guidare fiduciosi da una direzione artistica e agevolati dalla gratuità del festival. 

Arci ritorna a sostenere la sperimentazioni e le produzioni coraggiose, investendo su percorsi alternativi e popolari allo stesso tempo. Lo facciamo con lo spirito con cui nel 1969 Arci contribuì alla realizzazione degli spettacoli di Dario Fo e Franca Rame, successivamente celebrati in tutto il mondo.” dichiara Andrea Polacchi, Presidente Arci Torino. Ringrazia il Direttore Artistico Alessandro Gambo, lieto di aver fatto breccia, per il secondo anno consecutivo, nel cuore del giovane comitato Arci di Torino e lieto di raccontare il festival nella sua interezza. 

Si parte dall’anteprima di Asti, prevista per giovedì 3 maggio, presso la chiesa sconsacrata San Michele, che è oggi sede del Diavolo Rosso. Lo sperimentatore Chris Corsano, capace di passare con fluidità a suonare con popstar (Björk), esploratori (Thurston Moore, Bill Orcutt) e titani del free (Joe McPhee, Paul Flaherty), batterà le pelli della sua batteria in omaggio al ritmo e ai suoni percussivi creando un'amalgama che racchiude astrazione, noise ed energia. 

Si prosegue con le giornate del festival, 25-26-27 maggio a Torino, presso l’ex cimitero di San Pietro in Vincoli, analizzando i tre momenti molto ben studiati, ciascuno con un proprio racconto e tessuto artistico. 

Venerdì - Discreto, Continuo, Digitale

L'onda sonora, un flusso continuo di frequenze e ampiezze che si propagano nel tempo. Modificare il suono: le sperimentazioni di Patrick Higgins, formidabile compositore di musica per concerti, oltre che chitarrista unico della ensemble ZS. Il suo nuovo disco solista “Dossier” sta per uscire per Other People, etichetta discografica di Nicolas Jaar. Fermare il flusso, rendere il segnale discontinuo e discreto grazie agli ingranaggi sonori di Pierre Bastien. Riprendere fiato e gettarsi nuovamente in un continuum estatico grazie a Lubomyr Melnyk, inventore della tecnica del piano continuo, che presenta dal vivo l’ultimo album “Illirion” (Sony Classical). Infine un elogio alla digitalizzazione, che ha trasformato la natura in numeri, binari, veloci, elaborati da un calcolatore, Spime IM (già conosciuti per la formazione Niagara) presenta per la prima volta a Torino il progetto Exaland. Dal digitale si torna all’analogico con il giradischi e i vinili dei due dj set del noto performer torinese TMSO e della storica crew drum’n’bass The Dreamers. 

Guarda il video “The Continuous Music Man” di Lubomyr Melnyk qui sotto

Sabato - Dal Mondo

La world music è tornata alla ribalta, apriamo i confini! Per Jazz is Dead! 2018 la Rhabdomantic Orchestra presenterà una produzione originale nata dall'incontro di Manuel Volpe con la talentuosa cantante etiope Misrak Mossisa. A cavallo tra funk meticcio, rare groove, psychedelia, jazz modale e world music, il repertorio ripercorrerà alcuni “standard” della musica etiope degli anni 70, conosciuta con il nome di Ethio Groove. Un'altra produzione originale sarà il concerto della One Blood Family, progetto nato  dalla collaborazione tra la Cooperativa Sociale Atypica, Associazione Culturale Spazio Rubedo e The Sweetlife Factory. La "family", composta da ragazzi migranti e richiedenti asilo politico di diverse nazionalità presenti nell'area torinese, presenterà alcuni dei brani da loro scritti (con la supervisione di Manuel Volpe e Gabriele Concas) tra beat elettronici, world music e dancehall. Ancora groove, soul, vicino al jazz inglese, fino e ricercato unito ai suoni percussivi dei Mop Mop accompagnati dal cantante Wayne Snow. Il giro del mondo si completa con lo show del duo femminile colombiano/marocchino Not Your Exotic Monkey, e del dj set del gambiano Dj'mbo e il torinese Primitive. 

Domenica - Sei X Duo

Il duetto, vis a vis, face to face. La composizione minima per non essere soli. Due strumenti che dialogano e si intersecano. I  duetti più famosi della scena impro, noise, math italiana come gli Zeus!, i Mombu, i NoHayBanda! e ancora il duo sperimentale formato dai grandi Francesco Donadello e Andrea Belfi e la nuova oscura creatura di Massimo Pupillo e Stefano Pilia, in una scala verticale dal silenzio al rumore più estremo, che si completerà in una jam finale mai sentita e vista fin ora. Sempre duetto, ma con diversa forma, il reading “Mingus: nero, giallo, bianco, perdente!”, da un’idea di Giordano Amato, con Davide Capostagno e Michele Anelli al contrabbasso, è un omaggio al grande musicista e un invito alla lettura di un’opera importante, aspra e apparentemente sconnessa, non a caso proposta in italiano con il titolo di “Peggio di un bastardo” (“Beneath the Underdog” in lingua originale).

Si chiude sabato 23 giugno, incorniciati dagli scavi archeologici della Villa Romana di Almese: gli Zu, si riuniranno in una data unica (con lo storico batterista Jacopo Battaglia) insieme a Mats Gustafsson (sassofonista fondatore della celebre Fire! Orchestra) per riproporre il loro capolavoro "How To Raise an Ox". Prima di loro di esibirà anche l'americano Paul Beauchamp con il suo concerto per "sega ed elettronica", il tutto sotto lo sguardo fisso del Monte Musinè e delle sue magiche leggende

Il festival prevede anche un momento di formazione, Impro(B)abile, il laboratorio di improvvisazione radicale tenuto da Antonio Zitarelli (Mombu) e accompagnato da alcuni musicisti del collettivo-orchestra Pietra Tonale del Conservatorio di Torino.

Jazz is Dead! intende lasciare un solco, segnare un percorso fatto non solo di musica dal vivo, ma anche di discografia. Al festival è legata l’etichetta Musica Altra, percorso musicale che prevede pubblicazioni su vinile e una distribuzione su scala mondiale, un prodotto torinese, legato a un festival locale, che coinvolge artisti torinesi dalla risonanza internazionale (finora sono stati pubblicati l’album del sassofonista Gianni Denitto e della band psichedelica Indianizer). 

Il racconto del progetto è complesso e ricco di spunti, colpisce nella sua interezza, chiaro esempio di un concepimento strutturato e ricercato. Buon Jazz is Dead!

Jazz is Dead! Again! 

Informazioni e Dettagli

Nato nel 2017 con l’intento di festeggiare i 60 anni di ARCI Torino, torna quest’anno Jazz is Dead! sotto forma di festival senza intenti celebrativi, né contenitori, per regalare alla città tre giorni di musica contraddistinta dall’innovazione e destinata a un pubblico curioso, aperto alle sperimentazioni ed esigente in fatto di qualità.

Una fresca squadra di produzione che vede nuovamente ARCI Torino con il suo comitato dall’approccio giovane, ma di pluriennale esperienza. Alessandro Gambo, direttore artistico, già noto ai torinesi per la rassegna concertistica #finoamezzanotte e per il festival di musica sperimentale Varvara, ideatore dei concetti alla base di Jazz is Dead!, ha condotto una selezione scrupolosa, dettata dal preciso intento di divulgazione di uno e più generi che hanno fatto tesoro della scuola jazz, per poi evolversi verso orizzonti più lontani e arditi. Una musica viva, suonata e ascoltata.

Nuovamente il Magazzino sul Po, terzo circolo ARCI in Italia come numero di associati, al coordinamento operativo e strutturale che consente al chiostro esterno di prendere forma idonea a un momento musicale: servizio food e beverage, banchetti dedicati al merchandise e monitor per assistere agli spettacoli anche in caso di tutto esaurito all’interno della cappella. Ancora Cikita Z realizzerà e comanderà in diretta visual appositamente ideati per i progetti del festival.

Se la squadra non si è risagomata per l’occasione, anche lo spazio ospitante resta l’ ex cimitero di San Pietro in Vincoli, luogo che si confa con evidente connessione logico-verbale al nome del festival. San Pietro in Vincoli è da più di vent’anni gestito da una triade di operatori del settore teatrale (Il Mutamento Zona Castalia, Acti Teatri Indipendenti, Laboratorio Permanente sull'arte dell'attore) che lo animano settimanalmente tramite una proposta performativa d’avanguardia.

Spicca la collaborazione con la Fondazione Piemonte da Vivo, che si fa da co-promotore della manifestazione e collaboratore per i due appuntamenti fuori sede (Almese e Asti) di contorno alle tre giornate del festival.

Anche la formazione musicale rientra nelle proposte di questa edizione di Jazz is Dead! La domenica mattina vi sarà un laboratorio di improvvisazione radicale tenuto da Antonio Zitarelli (Mombu) e accompagnato da alcuni musicisti del collettivo-orchestra Pietra Tonale di Torino. Il workshop di terrà dalle 9:30 fino alle 14:30 circa, mentre alle 16 si svolgerà la performance di quanto appreso nella mattinata. Il costo del workshop sarà di 30€, per le iscrizioni Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

Venerdì 25, sabato 26 e domenica 27 maggio 2018 sono i tre giorni torinesi, a ingresso gratuito, da appuntare, ai quali si aggiungono giovedì 3 maggio al Diavolo Rosso di Asti, presso la chiesa sconsacrata San Michele, e sabato 23 giugno presso la splendida area archeologica della Villa Romana di Almese.

Jazz is Dead! Again! Sì, perché in tanti virtuosi artisti compare la lezione jazz: durante un’improvvisazione o una variazione su tema, per poi scomparire e mascherarsi dietro a generi dal tratto originale e infine tornare in forma evoluta. Durante le tre giornate del festival assisteremo a un’evoluzione, ciascun momento rispecchierà diverse tendenze musicali, performative e d’ascolto, passiamole in rassegna.

Jazz is Dead! è un festival che va elaborato nel suo insieme, interpretato come un unico messaggio e metabolizzato in tre (e più) giorni di ascolto, non ci sono primi artisti in cartellone, ogni nota si accosta ed elabora la precedente in un fluire di emozioni che passano dal musicista all’ascoltatore consapevole di stare vivendo un’esperienza significativa.

Programma Dettagliato

Venerdì 25 maggio - dalle ore 18 a ingresso gratuito

Continuo, Discreto, Digitale

Pierre Bastien live - Lubomyr Melnyk live - Patrick Higgins live - Spime.IM live

The Dreamers dj set - TMSO dj set

Sabato 26 maggio - dalle ore 18 a ingresso gratuito

Dal Mondo

Mop Mop Electric Trio feat. Wayne Snow live

Misrak Mossisa & Rhabdomantic Orchestra plays Ethiogroove live One Blood Family live

NYEM dj set

Primitive dj set

Raw Tella dj set

Dj'mbo from Gambia dj set

Domenica 27 maggio - tutto il giorno a ingresso gratuito

Sei X Duo

Zeus! live

Mombu live

NoHayBanda! live

Stefano Pilia & Massimo Pupillo in Dark Night Mother live Andrea Belfi & Francesco Donadello live

Mingus: nero, giallo, bianco, perdente! live act

 

Extra:

Giovedì 3 maggio al Diavolo Rosso, Asti - ingresso 5€

Chris Corsano live

Sabato 23 giugno - Scavi archeologici "Villa Romana" Almese (TO) - ingresso 5€

Zu feat. Mats Gustafsson plays How To Raise an Ox live Paul Beauchamp live

Artisti

Venerdì 25 maggio - Torino

Patrick Higgins

Patrick Higgins è un compositore avant-garde, chitarrista e produttore di New York City, conosciuto per il suo lavoro nella musica classica sperimentale e contemporanea. Suona la chitarra e compone per la ensemble ZS, descritta dal The New York Times come “una delle più forti band avant-garde di New York”. Il suo lavoro di compositore attraversa lo stile dell’avanguardia europea e della tradizione post minimalista di New York. Il suo nuovo album solista “Dossier” sta per uscire per Other People, etichetta discografica di Nicolas Jaar.

Higgins si è fatto notare per il suo stile unico di chitarrista e per il suo lavoro di compositore, dichiarato “uno dei migliori chitarristi del giorno d’oggi” (The Quietus) e “un formidabile compositore di musica per concerti” (The Boston Globe). In seguito a una performance al South By Southwest music festival ad Austin, Texas, è stato nominato il miglior chitarrista del 2013 da Premier Guitar Magazine.

Higgins ha composto aperte per alcune delle migliori formazioni americane, spaziando da orchestra da camera, cicli di percussioni e quartetti di archi, fino a piccole formazioni e solisti. Ha scritto colonne sonore per la televisione, esposizioni e film cortometraggi e lungometraggi. Higgins suona la chitarra e compone per gli ZS.

Come solista, si esibisce in modalità classica acustica e con chitarra elettrica a seconda del contesto, utilizzando tecniche estese ed procedimenti elettronici. Il suo disco di composizioni per chitarra in quadrifonia “Stereo” è stato nominato uno dei migliori del 2012 da Impose Magazine e il suo progetto elettro-acustico Bachanalia ha ricevuto numerosi consensi per la sua reinterpretazione di opere barocche. “String Quartet No. 2”, un doppio LP unico nel suo genere e il suo remix elettroacustico “Glacia” sono usciti per Ex Cathedra Records. “Social Death Mixtape”, un disco di composizioni sperimentali, è disponibile su NNA Records. “Xe” la più recente produzione degli ZS è stata nominata da Rolling Stone terzo disco avant e tra i migliori dischi del 2015 da LA Times.

La musica di Patrick Higgins ha fatto il giro del mondo, attraversano 20 paesi, includendo performance presso i principali festival mondiali: Unsound Festival (Poland), Big Ears Festival, The Queense Museum (NY), Merkin Concert Hall (Ecstatic Music Fest), Issue Project Room, Roulette, The Stone, (le) Poisson Rouge, Tribeca Film Festival, Sundance Film Festival, ICA Boston, Hopscoth Festival, le Guess Who? (Holland), Club Unit (Tokyo), Vacant Gallery (Tokyo), Donau Festival (Austria), Incubate (Netherlands), Berghain (Germany), Magazin 4 (Belgium), Sonic (France), Puxian Grand Theater (China), Miami Art Basel, Paula Cooper Gallery, Sf Moma e molti altri.

Tra i progetti e le collaborazioni imminenti si vede un nuovo disco come chitarrista solo e percussioni campionate, un nuovo disco con Josh Modney, un doppio LP per TOCSIN e una nuova lunga forma di composizione per la sua orchestra di archi per un’anteprima in Olanda, un nuovo lavoro sulla musica di Back, qualche progetto dedicato alle colonne sonore e una installazione sinfonica con Wild Dogs Intl.

http://www.patrickhigginsmusic.com/bio.html

http://www.patrickhigginsmusic.com/video.html

 

Pierre Bastien

Pierre Bastien in Silent Motors

Musicista e compositore nato a Parigi nel 1953, Pierre Bastien è una figura non comune nel campo della sperimentazione sonora. Si ispira nella sua ricerca alla tradizione francese del Settecento, secolo in cui si iniziarono a realizzare automi capaci di riprodurre brevi melodie o di imitare il suono degli strumenti, e costruisce la sua prima “macchina musicale” nel 1977. Nella sua lunga carriera ha collaborato inizialmente con varie compagnie di danza e successivamente con il musicista Pascal Comelade, il video artista Pierrick Sorin, lo stilista Issey Miyake e il compositore britannico Robert Wyatt.

Dal 1987 Bastien si esibisce da solista con una sorta di orchestra dada i cui elementi sono apparati meccanici creati con pezzi del Meccano e motori di vecchi giradischi, in grado di rievocare il suono di strumenti tradizionali come il liuto cinese, il bendir marocchino, il saron giavanese, il koto giapponese e il sansa africano. Simile a un ensemble di sculture sonore in movimento, questa orchestra si è ampliata nel corso degli anni fino ad ottanta elementi. Nella sua ultima incarnazione, intitolata Silent Motors, è arrivata a incorporare nei propri mirabili ingranaggi anche piccoli ventilatori, chiodi, sonagli e strisce di carta. A rendere ancora più ipnotica la performance di Bastien contribuiscono le frasi di tromba che il francese suona dal vivo, adagiandole sui pattern ritmici creati dai suoi marchingegni, e le immagini dei meccanismi in azione proiettate su schermo, in un suggestivo gioco di ombre cinesi. Bastien ha partecipato a festival musicali e mostre d’arte in tutto il mondo e pubblicato dischi con note etichette come la Western Vinyl e la Rephlex (la label di Aphex Twin).

Il suo prossimo disco si intitola "Blue as an orange" ed uscirà il 24 novembre 2015 sulla Morphine Records di Rabih Beaini (artista e produttore elettronico noto ai più come Morphosis.

https://vimeo.com/58993716

https://www.youtube.com/watch?v=KZqzdI5o2BY

 

Lubomyr Melnyk 

Il nuovo tour italiano per l’inventore della continuous piano music, che presenta dal vivo l’ultimo album “Illirion” (Sony Classical).

Lubomyr Melnyk è un autentico innovatore nel panorama modern classical contemporaneo. Negli ormai quasi quarant’anni della sua carriera ha sviluppato un linguaggio pianistico unico e personale, la continuous piano music: onde di note velocissime che danno vita ad un flusso perpetuo e magico, ai confini tra percezione melodica e viaggio immaginativo, un incanto sonoro la cui natura ultima rimane misteriosa. Basandosi sul principio di una corrente di suono costante e continua, senza interruzioni, crea pattern di note rapidi, complessi e virtuosi, che gli sono valsi anche il titolo di uno dei pianisti più veloci al mondo.

Guadagnatosi tardivamente l’attenzione del pubblico internazionale nel 2012, grazie all’album “Windmills” uscito per l’etichetta Hinterzimmer, Melnyk ha pubblicato l’anno scorso “Corollaries”, il suo lavoro per l’inglese Erased Tapes, prodotto da Peter Broderick con la collaborazione di Nils Frahm e Martyn Heyne. A fine 2015 è invece uscito “Rivers And Streams”, con la produzione curata stavolta da Robert Raths e Jamie Perera. Un omaggio alla natura ed alla sua bellezza, che lo vede ammorbidire le strutture post-minimaliste in favore di una spiccata propensione melodica.

Nel 2016, dopo il successo riscosso dall’album e dai concerti europei in Primavera, ha firmato un contratto con la prestigiosa Sony Classical che ha pubblicato il nuovo album “Illirion”, che Melnyk presenterà nel corso delle date autunnali. Dal 2015 ha iniziato un lungo tour che lo ha portato a suonare in alcuni tra i più prestigiosi festival europei e in venues d’eccezione, tra cui l’Auditori Rockelux di Barcellona al Primavera Sound, Boiler Room x St. John’s Sessions a Londra e Admiralspalast a Berlino, dove si esibirà a dicembre 2016.

“The fastest piano player in the world – a Rasputinesque new pin-up boy for the post-classical scene” - Uncut

“Something much more than the sum of their many parts...captivating as ever” - The Wire

http://www.lubomyr.com/ https://soundcloud.com/erasedtapes/lubomyr-melnyk-evertina

 

Spime.IM

Spime.im è un portale per accedere ad una dimensione dove suono e immagine convergono, esprimendo una molteplicità di pensieri, visioni ed esperienze. Questo intreccio di percezioni diventa possibile tramite esperienze immersive di realtà virtuale alterata da cui ognuno può lasciarsi coinvolgere. Tramite l’esplorazione di mondi alternativi, dove visione e suono si rimandano sinesteticamente, lo spettatore è portato ad entrare in contatto con aspetti della propria coscienza e della realtà quotidiana che nella percezione di tutti i giorni passano inosservati, ma che tuttavia influiscono nei nostri comportamenti.

La visione e la ricerca estetica di Spime.im creano un simbolismo del futuro. Concetti, visioni del mondo e di un futuro possibile, si rivelano in un intreccio di forme, colori e sonorità che costituiscono scenari digitali dall’estetica minimal. La resa immersiva, garantita da visori e da altri device, trascina lo spettatore nei meccanismi dell’opera esortandolo a trovare il suo ruolo all’interno di questa nuova realtà.

http://spime.im/

Exaland ridefinisce il concetto di immagine e musica attraverso il viaggio in un mondo in cui la linea di separazione fra linguaggi espressivi si fa sempre più sottile. Il suono è ridotto a gestualità grazie a dei guanti che, attraverso la funzione di wereable control, modulano la traccia audio tramite gesti evocativi. Gli scenari audioreattivi si evolvono in perfetta sincronia con le suggestioni sonore. Creste rocciose e distese d’acqua dalle tinte psichedeliche si susseguono stupendo lo spettatore anche grazie alle incursioni alternate di oggetti, animali e stringhe di codice. Il viaggio di 25 minuti in questo mondo caleidoscopico unisce pubblico e performers in un’esperienza totalizzante fatta di movimento, forme e musica.

 

Sabato 26 maggio - Torino

Misrak Mossisa & Rhabdomantic Orchestra  plays ETthioGroove

Rhabdomantic Orchestra è un collettivo fondato nel 2013 da Manuel Volpe, compositore, musicista e produttore marchigiano. Il loro primo album “Albore” (2016) viene pubblicato dalla prestigiosa label tedesca Agogo Records ed è stato accolto con grande entusiasmo da riviste e radio in diversi Paesi, guadagnando diverse importanti menzioni tra cui: album jazz de la semaine su FIP Radio France, album della settimana su Internazionale, Best 2016 sul principale quotidiano nazionale greco Athens Voice, album of the week su Twisted Soul (UK). È stato definito "sorprendente" (Alias Il Manifesto), "un’opera magistrale che non teme il confronto" (Musicletter), "molto più che una conferma di grande talento" (Buscadero), "Nel primo disco ci ha stupito, nel nuovo ci ha stregato." (Rockit - album del giorno).

Per Jazz is Dead 2018 la Rhabdomantic Orchestra presenterà una produzione originale nata dall'incontro di Manuel Volpe con la talentuosa cantante etiope Misrak Mossisa. A cavallo tra funk meticcio, rare groove, psychedelia, jazz modale e world music, il repertorio ripercorrerà alcuni “standard” della musica etiope degli anni 70, conosciuta con il nome di Ethio Groove.

Il concerto fa capo ad un progetto di ricerca, incontro e valorizzazione dei talenti musicali stranieri presenti sul territorio Piemontese promosso dall'Associazione Culturale Spazio Rubedo e Rubedo Recordings.

Misrak Mosissa: voce - Manuel Volpe: basso, arrangiamenti - Simone Pozzi: batteria - Simone Garino: sax baritono, alto - Diego Grassedonio: sax tenore, baritono - Alberto Borio: trombone - Nicola Meloni: rhodes e organo - Gianandrea Cravero: chitarra

 

One Blood Family 

One Blood Family nasce nel novembre 2017 per volere della Cooperativa Sociale Atypica in collaborazione con Associazione Culturale Spazio Rubedo e The Sweetlife Factory con l'intento di creare una band composta da ragazzi migranti e richiedenti asilo politico di diverse nazionalità presenti nell'area torinese. Attraverso il divertimento, il continuo confronto e l'impegno ci siamo posti l'obiettivo di mostrare ai ragazzi un'opportunità in un ambito lavorativo, quello dello spettacolo, che fa della libera iniziativa il suo punto di forza.

One Blood Family, al debutto sul palco di Jazz Is Dead 2018, presenteranno alcuni dei brani da loro scritti (con la supervisione di Manuel Volpe e Gabriele Concas) tra beat elettronici, world music e dancehall.

 

Mop Mop

Mop Mop nasce da un'idea del pluristrumentista, produttore e compositore italiano di Berlino Andrea Benini. È stato attivo per più di dieci anni nell'esplorare una grande varietà di generi musicali. Chiunque sia familiare saprà già che il loro raffinato stile postmoderno ha permesso alla band di raggiungere l'industria cinematografica internazionale come parte della colonna sonora di "To Rome With Love" di Woody Allen. Radicato nel jazz, ma incessantemente cercando di ampliare la portata del genere, affacciandosi al funk, l'afrobeat e il terreno più esotico, l'ultima prodezza di Mop Mop “Lunar Love" promette di essere all'altezza delle aspettative globali.

Con "Lunar Love”, i Mop Mop continuano il loro viaggio attraverso spazi e luoghi musicalmente ampi. Raffinando ancora di più il suono, creando un'atmosfera unica e profonda basata sull'idea dei ritmi Gnawa tradizionali mescolati a un pesante impulso dub-jazz-funk. Hanno abbandonato “Isle Of Magic” - ma l'esperienza magica della loro musica e atmosfera diventa ancora più eccitante...

... come Andrea Benini e Mop Mop fanno ancora una volta un meraviglioso viaggio immaginario in un luogo che riecheggia e si traduce in un altro viaggio musicale profondo. Da “Isle Of Magic” a "Lunar Love” – “There are other places out there” – Sun Ra ksapeva di questi luoghi fuori dallo spazio, MOP MOP ora fa un viaggio da una mistica stella luminosa e brillante chiamata "Adhara" alla Madre Terra, essendo alieni da una specie di pianeta simile ma allo stesso tempo diverso, che hanno dovuto lasciare mentre hanno distrutto e abusato del loro territorio, ora alla ricerca di una nuova terra. Guardando il nostro pianeta blu da un altro punto di vista. “Show me this place they call Earth and let me land this ship“, dice Anthony Joseph in uno dei suoi brani chiave “Spaceship:Earth“.

Album release: "Lunar Love“ May 2016 - Agogo records

L'intero album è stato registrato in cinque eccellenti studi situati a Berlino e Ravenna utilizzando apparecchiature analogiche vintage per la gioia di un suono caldo, che può essere raggiunto solo utilizzando un nastro analogico alla fine. Quinto album studio dei MOP MOP e risulta essere il miglior lavoro di Benini fino ad oggi, talvolta oscuro, ma edificante, molto profondo e molto originale allo stesso tempo. Combinando il suo background afro american jazz con un approccio insolito tribale e una meravigliosa evoluzione. Consente di raggiungere uno stato di trance. Siediti e unisciti a MOP MOP in questo viaggio verso “Other places out there“ ancora inesplorati.

www.mopmop.com

www.facebook.com/mopmopofficial www.youtube.com/user/billmop www.agogo-records.com/releases/lunar-love/

AUDIO/VIDEO CLIPS

SONGS, REMIXES & DJ MIXES ON SOUNDCLOUD https://soundcloud.com/a-benini

„LUNAR LOVE“ EPK/TRAILER

https://vimeo.com/148793122

„LUNAR LOVE“ ALBUM TEASER https://soundcloud.com/agogo-records/album-snippet-mop-mop-lunar-love OFFICIAL VIDEO „RUN AROUND“

http://youtu.be/bQ0svKbpmou

„MR. KNOW IT ALL“, LIVE COMBO FEAT. WAYNE SNOW https://youtu.be/cQ05hz9Jevu

„HERITAGE“, LIVE COMBO FEAT. ANTHONY JOSEPH https://youtu.be/K4elgdyoZzQ

„KAMAKUMBA“ SOUND SYSTEM

http://youtu.be/f9o-h7HmcKk

 

iii_Nyem

iii_Nyemda pronunciarsi “ai ai ai Not your exotic monkey” è un complesso di sinergie nato un venerdì sera nella città di Barcellona, non dietro le console, non proprio ballando, ma dalle chiacchiere sul divano tra Ikram Bouloum e Isamit Morales, entrambe dj; una ricercatrice, l’altra artista visiva. Not your exotic monkey è una posizione politica che propone il DJ Set, la festa come spazio di ricerca e riflessione col proposito di andare oltre alle aspettative identitarie costruite dall’immaginario occidentale. Reminiscenze dal Tuki, Kuduro, Dembow, Reggaeton, Funk si amalgamano con le nuove estetiche del club brutalista attraversate dalle elettroniche più oscure, overdose di bassi sgranati e ritmi per dei fianchi rivoltosi.

mixcloud.com/itsWIDE/nyem-live-at-wide-radio/ soundcloud.com/djnyem/vuelve-a-la-vida

FB facebook.com/notyourecsoticmonkey/ Soundcloud soundcloud.com/djnyem

 

Domenica 27 maggio - Torino

Mingus: Nero, Guallo, Bianco, Perdente!

Un progetto di Giordano V. Amato

Pagine scelte da “Beneath the Underdog” (Peggio di un bastardo) di Charles Mingus Legge Davide Capostagno

Al contrabbasso Michele Anelli

Il progetto propone la lettura di alcune pagine scelte da “Beneath the Underdog”, biografia romanzata del famoso contrabbassista Charles Mingus. Scritta a quattro mani con la sceneggiatrice Nel King, unica tra i bianchi di cui Mingus afferma di potersi fidare, l’opera spazia dalla musica al sesso, alla ricerca di se stesso e della propria identità, senza tralasciare un’impietosa fotografia della situazione politico-sociale del momento, ovviamente dal punto di vista dei neri; anzi, di un nero: Mingus. L’autore comincia a scriverla nel 1957; con ogni probabilità è pronta per la pubblicazione già nel 1963, ma compare solo nel 1971, data in cui molte delle cose descritte sono già parzialmente cambiate.

Il progetto è un omaggio al grande musicista e un invito alla lettura di un’opera importante, aspra e apparentemente sconnessa, non a caso proposta in italiano con il titolo di “Peggio di un bastardo”; un’opera capace di transitare dallo spaccato di un’epoca di trasformazione sociale - che forse oggi appare più lontana di quanto non sia realmente - al tentativo di gestire la crisi personale e d’identità dalla quale Mingus stava appena emergendo nel periodo della pubblicazione.

 

Dark  Night -  Mother 

Set Duo di e con

Massimo Pupillo (ZU)

Stefano Pilia (Had Been Eliminated/Massimo Volume/Afterhours)

Dark Night Mother è un live set musicale in forma di rito al lato oscuro della Grande Madre Stefano Pilia e Massimo Pupillo si incontrano una decina di anni fa, a Bologna, quando Stefano apre per gli Zu con il suo progetto Blind Jesus, e Massimo rimane folgorato da Stefano, che conosceva di fama per il suo lavoro con 3/4 Had Been Eliminated, come persona e come musicista. Da allora quasi tutte le volte che gli Zu suonano a Bologna, chiederanno a Stefano di aprire per loro in solo.Fino ad invitarlo con loro in tour europeo, in cui a volte si unisce alla band per qualche brano.

Quando gli Zu registrano un album con David Tibet dei Current 93, di prossima pubblicazione, Stefano è il primo musicista coinvolto nella formazione allargata. Massimo inizia a passare periodi sempre più lunghi a Bologna, nella casa/studio di Stefano che diventa anche il nuovo quartier generale per gli Zu, che qui registrano gli album Cortar Todo e le prime session di Jhator. Stefano va a trovare Massimo in un villaggio indigeno Shipibo dell’ Amazzonia Peruviana, e durante una notte registreranno all’aperto una “ghost guitar” che finisce sull’ album solista di Stefano, “ Blind Sun New Century Christology”. Piano piano ed organicamente i due iniziano a registrare delle session casalinghe prevalentemente acustiche, session che formeranno il loro primo album in duo “Dark Night Mother” in uscita a Maggio 2018 dall'incontro tra l'etichetta italiana Offset Records e la belga Consouling Sounds.

Musica per le piante, basata su pochissimi elementi, scarna poiché viscerale, e vicina alle ossa.

In questi primi brani, che Massimo e Stefano realizzano insieme al contributo vocale di altre quattro donne (Olivia Arebalo, Lucinda Mahua, Alexandra Drewchin e Sandra Canessa, ovvero due sciamane amazzoniche, una cantante newyorchese, ed una pittrice di El Salvador) è la figura della madre ad emergere come topos ed archetipo generativo. Le voci femminili diventano il principale nucleo gravitazionale di tutto il disco. Presenze eterne che si rendono osservabili ed ascoltabili affacciandosi da un ancestrale orizzonte degli eventi. In due brani dell'album è ospite alla batteria il bravissimo Cristiano Calcagnile. Il suo contributo aggiunge uno speciale lirismo percussivo ai due episodi a cui prende parte.

Così, dopo le esperienze di Zu93 e di Dark Night Mother, l’incontro tra Massimo e Stefano diventa a tutti gli effetti assai più di una collaborazione. Questi due dischi sono il terreno fertile su cui fiorisce una nuova identità e aprono la via per un progetto d'insieme.

https://soundcloud.com/stefano-pilia/sets/dark-night-mother/s-9ABrO

 

Andrea Belfi & Francesco Donadello

Il duo di Francesco Donadello e Andrea Belfi si presenta sul palco come un semplice combinazione di batteria e sintetizzatore modulare, ma dietro a questa apparente semplicità si nasconde un lavoro meravigliosamente ricco e complesso.

Andrea Belfi ha costruito negli anni un linguaggio musicale ed un suono molto personale e riconoscibile , con il suo set di batteria, percussioni ed elettronica, che lo ha portato a creare un live- set unico e avvincente. Con il suo ultimo lavoro ‘ORE’ per la nuova etichetta londinese Float, si è affermato come una delle realtà più interessanti della musica sperimentale europea, tanto da essere supportato da musicisti del calibro di Nils Frahm e Mike Watt, e giornalisti come Mary Anne Hobbs e Gilles Petterson alla BBC in Inghilterra.

Francesco Donadello, batterista dei Giardini di Mirò fino al 2010, ha sviluppato negli ultimi anni un mondo di collaborazioni con giganti come A Winged Victory for the Sullen, Johann Johannson e Ludovico Einaudi, ed è diventato parte integrante del suono live e delle produzioni degli Stars of the Lid con i suoi synth modulari.

Andrea e Francesco hanno presentato questo duo per la prima e unica volta lo scorso anno al festival The Long Now, nella fantastica cornice del Kraftwerk di Berlino, città dove entrambi vivono e lavorano dal 2011

 

Nohaybanda!

Fabio Recchia: bass, guitar, synth, live soundesign. Emanuele Tomasi: batteria, trigger.

Nohaybanda! è un duo electro-math/post-rock dall’Italia.

Il progetto unisce il mistero di Fabio Recchia che suona simultaneamente basso, chitarra e synth, con la batteria elettrica di Emanuele Tomasi. Nohaybanda! si esibisce in tutta Italia, Europe, UK, Scozia, Norvegia e Stati Uniti.

 

Mombu

https://youtu.be/Z3QDJ6ubTpM

https://nohaybanda5.bandcamp.com/ -- MOMBU

Mombu sono Luca T. Mai [sax baritono della eccezionale band italiana "Zu"] and Antonio Zitarrelli [batterista del trio pazzo italiano "Neo"]. Entrambi contribuiscono a creare una unica chimica musicale, miscelando ritmiche africane con la loro esperienza jazz, hardcore e metal. i mostruosi afro / grind Mombu, will rivoluzioneranno come un voodoo purificante.

 

Zeus!

Zeus! è un progetto italiano, nato nel 2009, con intento di stravolgere lo scenario musicale internazionale.

Strumenti utilizzati: batteria con full set di piatti e pedali, full optional overdrived bass, dual pitch damaged vocals. Tecnologia utilizzata: rivaccinare tutto il rock e ancora oltre.

Zeus! tendono a usare il minimo per ottenere il massimo e il risultato è: not metal, not punk, not math, not noise, not prog, absolutely not jazz-core, neither post-whatever. For petardo lovers.

https://www.youtube.com/watch?v=G4870lObRW8

https://www.youtube.com/watch?v=G4870lObRW8

 

Giovedì 3 maggio - Asti

Chris Corsano

Lo sperimentatore Chris Corsano, capace di passare con fluidità a suonare con popstar (Björk), esploratori (Thurston Moore, Bill Orcutt) e titani del free jazz (Joe McPhee, Paul Flaherty), batterà le pelli della sua batteria in omaggio al ritmo e ai suoni percussivi, creando un'amalgama che racchiude astrazione, noise ed energia. Come solista, Chris Corsano stupisce per le sue abilità fisiche ed estetiche dietro alla batteria, ma, oltre a questo, ci sono altre prospettive di espressione. Lo si può vedere utilizzare la batteria come un veicolo per espandere la sua palette, tirare al massimo le corde, usare la pressione dell’aria contro le pelli, chinandosi e soffiando, generando una sorta di “ensemble solista”. Non c’è da stupirsi delle sue capacità: negli ultimi vent’anni Corsano è passato da esibizioni in duo a formazioni più corpose e oggi è ancora una figura singolare e dinamica nella scena della musica improvvisata, sempre in tour, in tutto il mondo, con un’epica lista di compagni. http://www.cor-sano.com/ sabato 23 giugno - Almese

Zu + Mats Gustaffson

How to raise an OX / reissue shows Trost Records

In occasione della ripubblicazione su Trost del leggendario album del 2005 di Atavistic Records, gli ZU, nella originale formazione con Jacopo Battaglia alla batteria, decidono di organizzare alcuni show con Mats Gustaffson.

"A bone-crushing affair, How To Raise an Ox is not for the faint of heart, but those accustomed to such sounds will find this to be an especially pleasing program" all about jazz, 2006

Ostinatamente liberi dalla classificazione di genere, il trio italiano ZU è orgoglioso si aver seguito i propri percorsi musicali per quasi vent’anni. Questo incontro con Mars Gustaffson, una delle voci più importanti e forti nel regno nordico del free jazz, è un momento emozionante. How to raise an OX è già storia e per questa nuova edizione sono previsti un bel po’ di celebrazioni dal vivo.

https://trostrecords.bandcamp.com/album/how-to-raise-an-ox https://www.youtube.com/watch?v=2gRthPQawgo

Paul Beauchamp 

Paul Beauchamp inizia la sua carriera musicale alla base dei monti Appalachian nei primi 90 sperimentando tape loop, field recording, strumentazione improvvisata e oggetti trovati. Il suo interesse nella manipolazione del suono e nella sperimentazione ha portato Beauchamp dai soprammenzionati field recording al mondo della sintesi e della musica generata al computer, nonché a nuove ricerche in fonti acustiche come la sega musicale e l’Appalachian Dulcimer, strumenti che oggi utilizza nelle sue performance come artista in solo, nei suoi altri progetti musicali e teatrali internazionali e nelle sue apparizioni in gruppi come Almagest! e Blind Cave Salamander, conseguenza artistica del suo trasferimento a Torino, Italia. Durante questi anni Beauchamp ha avuto l’opportunità di collaborare con una miriade di musicisti in studio, sul palco e improvvisando composizioni: Johann Johannsson, Colin Potter, Steve Stapleton, Jochen Arbiet, Fabrizio Modonese Palumbo, Paolo Spaccamonti e Julia Kent.

Due anni dopo la pubblicazione dell’acclamato Pondfire, Paul Beauchamp ritorna con il suo secondo album solista, Grey Mornings. Di nuovo sfruttando le influenze geografiche, le nove tracce ambient drone riflettono le sensazioni esperienziali delle prime ore nebbiose del mattino, caratteristiche di entrambi i contesti di Beauchamp: il Piemonte nel nord dell’Italia dove oggi vive e il suo luogo di origine North Carolina. Beauchamp continua la sua ricerca negli ambienti sperimentali, ma nel contempo si è aperto verso nuovi territori, allontanandosi dal minimalismo di Pondgire verso nuovi strumenti acustici ed elettrici, field recordings, utilizzando lo studio come mezzo creativo, anche grazie all’aiuto di Julia Kent durante la fase di registrazione. Grey Mornings è uscito nella primavera 2017 su Boring Machines https://paulbeauchamp.bandcamp.com/releases

 

 

 

 

 

 

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