Seeyousound International Music Film Festival - Domani l'ultimo giorno dell'edizione 2017

Seeyousound International Music Film Festival - Domani l'ultimo giorno dell'edizione 2017

Seeyousound International Music Film Festival, Torino - Ecco il rogramma di domani, sabato 4 febbraio, ultimo giorno dell'edizione 2017. Nono e ultimo giorno per Seeyousound: il giorno delle premiazioni e anche quello delle ultime possibilità per sedervi al cinema e ammirare i fantastici music – movie selezionati dal festival.

Adfarmchicas per Seeyousound festival
presenta:

Seeyousound International Music Film Festival


terza edizione
Torino - Cinema Massimo
dal 27 gennaio al 4 febbraio 2017

 

Programma di domani, sabato 4 febbraio, ultimo giorno dell'edizione 2017
 


Nono e ultimo giorno per Seeyousound: il giorno delle premiazioni e anche quello delle ultime possibilità per sedervi al cinema e ammirare i fantastici music – movie selezionati dal festival.
 
Per Long Play Walking in the opposite direction con il regista Mark Waltman che illustrerà i retroscena della storia dei The Sound, una delle band più promettenti della new wave britannica che però non arrivò mai al vero successo e in contemporanea, nell’altra sala In pursuit of silence, che contempla la nostra relazione con il silenzio, il suono e l’impatto del rumore sulla nostra quotidianità.
 
Trans-global Express propone dalle 17.30 Yallah! Underground che esplora la vita e le storie dei musicisti più influenti e progressisti provenienti da Egitto, Libano, Palestina, Giordania e Israele e in contempotanea Presenting Princess Shaw, un incontro super contemporaneo fra una musicista americana dal passato difficile e un produttore musicale israeliano che ne trasforma le canzoni scovate su Youtube facendole diventare virali.
 
Dalla ore 20.00 Piano dalla rassegna Into the Groove dove il protagonista è il pianoforte salvato da una studentessa del conservatorio durante la guerra civile che diventa un simbolo della resistenza. A seguire Sonido Mestizo progetto composto da una serie di documentari che ha come protagonista un’etichetta discografica di Buenos Aires che da anni promuove e diffonde in tutto il mondo la musica latinoamericana emergente. A chiudere il festival è il film della rassegna Shu-de! che documenta la storia di un beatboxer che da Baltimora parte alla scoperta delle antichissime tecniche vocali e del canto diafonico tipici della Repubblica di Tuva, fra la Siberia e la Mongolia.
 
Alle ore 20.00 ci sarà la premiazione ufficiale dei film in concorso, un inno alla musica, alla luce e all’energia trascinante ideato da Project-To. La sala 3 del Cinema Massimo, appositamente mappata si trasformerà in un cubo luminoso invaso da proiezioni immersive di grande impatto.
 
All’ Azimut Club a partire dalle ore 23 il Closing Party di Seeyousound International Music Film Festival in collaborazione con Genau. Ospite speciale uno dei nomi in grande ascesa della techno internazionale, Domenico Crisci. La cornice del party sarà minimal berlinese con impianto audio Funktion One dell’Azimut. Ad aprire il dj set di Crisci saranno Blacksun, della crew Devil’s Dancers, e Kessa di Genau. 
Si prospetta una lunga notte a base di acid e techno con un’attitudine molto purista.

Info: http://www.seeyousound.org/ - https://www.facebook.com/SEEYOUSOUND/

Programma dettagliato:

ore 15.00 Sala 2
Soundies, Klyne – Lend Me Another Name

Long Play


Walking in the opposite direction di Marc Waltman


Anteprima internazionale
Un’emozionante, bella, ma dolorosa e veritiera storia sulla più promettente band degli 80’s
I can’t Escape Myself, una delle canzoni più pulsanti della new wave britannica, è stata scritta da Adrian
Borland con la sua band, The Sound, ma cosa ne è stato di lui? Il documentario racconta ascesa e caduta
della band e del prolifico cantante, da quando cominciò la sua carriera con The Outsiders, e illustra,
attraverso raro materiale d’archivio, la sua lotta interiore tra la depressione, l’amore per la vita e l’incredibile
talento creativo. Un commovente omaggio a un musicista che merita ancora di essere riconosciuto, una
storia universale su come gli artisti camminino spesso su un filo teso tra paradiso e inferno.

ore 15.00 Sala 3
Soundies, Zedd ft. Troye Sivan – Papercut (Grey remix)
Long Play


In Pursuit of silence di Patrick Shen


Anteprima internazionale
Il silenzio è molto di più che un’assenza di suono
Una contemplativa esplorazione della nostra relazione con il silenzio, il suono e l’impatto del rumore sulla
nostra quotidianità. Partendo da un’ode a John Cage e al suo celebre brano 4’33’’ che influenzò
generazioni di artisti, si passa dalla quiete di una cerimonia del té a Kyoto, per piombare nelle strade
della città più rumorosa del pianeta, sino a giungere in una camera anecoica, detta anche camera del
silenzio assoluto. Un viaggio immersivo e cinematico tra Terence Malick e Koyaanisqatsi, capace di farci
entrare in risonanza con noi stessi e riconnetterci con una perduta pace interiore.

ore 17.30 Sala 2
Tran-Global Express


Yallah! Underground di Farid Eslam


Anteprima italiana
Un viaggio appassionato e profondo attraverso i paesaggi sonori della Rivoluzione araba, quando
coraggiosi artisti di talento hanno dato vita ad un mondo alternativo.
Yallah! Underground è il secondo
docmentario del regista tedesco di origine afghana Farid Eslam (Istanbul Unite, 2014), che tra il 2010
e il 2013, durante la Primavera araba, ha seguito alcuni dei musicisti più influenti e progressisti del
momento provenienti da Egitto, Libano, Palestina, Giordania e Israele, documentando il loro lavoro,
sogni e paure in un momento di grande cambiamento per le società arabe. In una regione piena di
tensione, questi giovani artisti hanno lottato per anni per potersi esprimere liberamente, incoraggiando
comportamenti più liberali. Rappresentano una nuova generazione di Arabi il cui scopo è far incontrare
i molteplici aspetti delle culture e filosofie medio-orientali e fonderli nel proprio stile di vita e nel proprio
lavoro. Durante la Primavera araba, come molti loro coetanei che avevano grandi speranze per il
futuro, hanno preso parte alle proteste, cercando di trovare una strada percorribile, esprimendo la loro
esperienza di vita quotidiana e il loro parere sulla vita, la politica e la società attraverso la loro arte.
Tuttavia, dopo anni di turbolenze e di instabilità, i giovani arabi si trovano a dover sfidare vecchi e nuovi
problemi, divisi tra sentimenti di disillusione e una vaga speranza di un futuro migliore.

ore 17.30 Sala 3
Soundies, Shade – Odio le hit estive
Trans-Global Express


Prenting princess Shaw di Ido Haar


Samantha “Princess Shaw” è una cantautrice americana dal passato difficile, dotata di una splendida voce e di un enorme talento compositivo. Condivide su un canale YouTube confessioni personali e performance musicali. Fino a che tra i suoi follower non arriva Ophir Kutiel (aka Kutiman), un musicista israeliano che vive in un kibbutz fuori Tel Aviv, e che monta spezzoni di video da Youtube per dare nuova vita a pezzi musicali che reinnestati in rete sono destinati a
diventare virali. Princess Shaw non ha idea che lui si sia imbattuto in lei...
“Globalizzazione” qui non significa tanto “meticciato” di generi musicali o identitari, quanto piuttosto strumento che potenzia in modo inedito le possibilità di contatto tra persone e luoghi periferici, portando frutti originali e insperati, saltando d’un balzo l’isolamento. Tante solitudini talentuose hanno bisogno di un direttore d’orchestra per arrivare alla forza della coralità. Un demiurgo che dal basso riallaccia le maglie distrutte della rete sociale attraverso la “Rete”. Un
universo femminile le cui ferite sono lenite proprio da un uomo. Commuove il primo ascolto dell’arrangiamento, l’ascolto con le donne del nucleo famigliare d’elezione, l’applauso dell’ auditorium: dal Guggenheim di New York, l’“American dream” si tramuta in un ”Israeli dream”, che approda all’Habima National Theatre di Tel Aviv. "Princess” approda in una “favola” che non preclude il ritorno alla realtà, rinnovata.

ore 20.00 Sala 2
Into the Groove


Piano di Vita Maria Drygas


Anteprima europea
Un pianoforte appare nella piazza (Maidan) in cui sta infuriando la rivoluzione ucraina. La
studentessa del Conservatorio Antuanetta Miszczenko vede tre uomini trasportarlo per servirsene
come pezzo di una barricata, a protezione dei manifestanti dai proiettili dei militari. Per la giovane
pianista questo strumento è sacro, e decide di difenderlo.
Promette di tornare ogni giorno a Maidan
a suonare Chopin e l’inno dell’Ucraina per salvare il pianoforte.
La sua insegnante del
Conservatorio, Lyudmila Chichuk, nonostante le mani fragili da pianista, sta contribuendo a costruire
le barricate. E così, quando incontra Antuanetta, si unisce a lei: nonostante i -20 gradi che congelano
i tasti, cominciano a dare un concerto per le persone riunite sul Maidan. Intonando inni e canti
nazionali, la popolazione si unisce e incoraggia a resistere.
Il pianoforte diventa a questo punto un
simbolo della Rivoluzione Ucraina e comincia a muoversi. Dove succede qualcosa di importante, il
pianoforte appare. Viene portato anche davanti al Parlamento a “fronteggiare” la polizia armata. Ora
Chopin è usato per resistere e combattere nelle piazze.
Le forze armate russe rispondono
sistemando un grande impianto di amplificazione che diffonde a tutto volume musica pop russa. In
questo modo l’autorità vorrebbe soffocare il suono dello strumento, che, invece, mentre le prime
vittime cominciano a morire, risuona ancora più forte. Non solo: in molte piazze cominciano a
comparire altri pianoforti, che diventano il simbolo musicale della resistenza civile. Per la polizia
diventano gli ‘’estremisti del piano”, e molti dei pianoforti vengono distrutti durante gli scontri.
Ma
nonosoante questo, ormai, la scintilla ha acceso i cuori dei rivoluzionari.

ore 20.00 Sala 2
Trans-Global Express


Sonido Mestizio - The Nu LatAm Sound di Pablo Mensi


The Nu LatAm Sound è un ambizioso progetto composto da una serie di documentari prodotti dalla ZZK
Films, piattaforma cinematografica della ZZK Records, un’etichetta discografica di Buenos Aires che da
dieci anni promuove e diffonde in tutto il mondo la musica latinoamericana contemporanea emergente.
La sua missione: far affiorare e conoscere tutte le correnti musicali che si stanno sviluppando nel
Continente, raccontando storie meticce di connessione tra passato e futuro e attribuendo alla tradizione
latino-americana più radicata il meritato rilievo. Come suggerisce il titolo, The Nu LatAm Sound promette
di continuare il lavoro pionieristico dell’etichetta come amplificatore globale di musica latino-americana
indipendente, conducendo lo spettatore attraverso le fiorenti scene musicali di Città del Messico, Buenos
Aires, Lima, Bogotà e Salvador de Bahia, in un viaggio nel passato per recuperare ritmi popolari come la
Cumbia, la Chicha, il Sonidero, la Salsa, la Champeta, il Vallenato, l’Hip Hop, la Dancehall e altri ancora.
Questo primo episodio, intitolato Sonido Mestizo, è un viaggio di esplorazione attraverso le tre regioni
musicali dell’Ecuador: le Ande, la costa e l’Amazzonia, dove una nuova generazione di musicisti come
Nicola Cruz, Mateo Kingman, Río Mira intreccia i suoni tradizionali delle popolazioni indigene locali con
generi più contemporanei che collidono in un’esplosione di nuova energia.

ore 22.30 Sala 2
Soundies, Dj Shadow – The Mountain Will Fall
Trans-Global Express


Shu-de! di Michael R. Faulkner


Anteprima europea
Shu-De è un’esperienza sensoriale di sonorità e paesaggio, in un viaggio attraverso vastità naturali e umane. Nella Repubblica Tuva, tra la Siberia e la Mongolia, le steppe sconfinate, le lande immense e desolate sono panorami remoti, un vuoto metafisico da cui paiono emergere isuoni e l’improvvisazione canora di un inatteso ensemble: cantanti tradizionali Tuva incontrano
un beatboxer di Baltimore. Le percussioni dell’uno si intrecciano al canto difonico degli altri. Qui, infatti, si tramanda da generazioni e si insegna ai bambini fin dai primi anni di vita la tecnica vocale che, potenziando gli armonici della voce, permette di emettere più note simultaneamente: le singole voci risultano sorprendentemente composte da più linee melodiche. Un lm lirico ed evocativo perché è l’incontro di due umanità così agli antipodi
(geografici, culturali, persino somatici), da apparire realtà incommensurabili. Ma così non è, si tratta innegabilmente di un incontro, veicolato da ciò che più profondamente e atavicamente ci rappresenta e lega come esseri umani: il corpo, il farsi suono del corpo, la vocalità. I ritmi placidi riconducono alla poetica intimista e diventano presto concilianti e pregnanti: immagini
impagabili e jam session commoventi si caricano di umanità e ne esprimono le più recondite potenzialità. Il “glocalism”, l’ibridazione, le dinamiche osmotiche tra centro e periferia (o tra periferie, o tra centri), l’andirivieni centripeto e centrifugo delle relazioni culturali e umane rendono le identità permeabili, articolate e strati cate. È poesia potente nel mostrarci l’unione
inesplorata che crea l’inedito, qualcosa di terzo, sensi altri e sensi alti.

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