King Gizzard & The Lizard Wizard in Italia agosto 2023

King Gizzard & The Lizard Wizard in Italia agosto 2023

King Gizzard & The Lizard Wizard in Italia agosto 2023: martedì 22 agosto 2023 a Padova, Parco della Musica. I talentuosi, australiani King Gizzard & The Lizard Wizard sono una delle formazioni più audaci e imprevedibili in circolazione. La band vanta una produzione più che prolifica con ben 23 album pubblicati in solo 11 anni. Solo nel  2022 hanno pubblicato, “Made In Timeland”,  il doppio LP “Omnium Gatherum” uscito ad aprile, e ben tre album ad ottobre: “Ice, Death, Planets, Lungs, Mushrooms And Lava”, “Laminated Denim”, e “Changes”. Attivi solo dal 2010, hanno realizzato ben ventitré album, dei quali cinque solo nel 2022, divenendo così da cult band a promessa mondiale del rock psichedelico.

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King Gizzard & The Lizard Wizard

I talentuosi, australiani King Gizzard & The Lizard Wizard sono una delle formazioni più audaci e imprevedibili in circolazione.

La band vanta una produzione più che prolifica con ben 23 album pubblicati in solo 11 anni. Solo nel  2022 hanno pubblicato, “Made In Timeland”,  il doppio LP “Omnium Gatherum” uscito ad aprile, e ben tre album ad ottobre: “Ice, Death, Planets, Lungs, Mushrooms And Lava”, “Laminated Denim”, e “Changes”.

Martedì 22 Agosto 2023

Padova - Parco della Musica

Via Venezia, 40, 35131 PD

Biglietti: 34,00 € + d.p.

Prevendite disponibili su www.ticketmatser.it e www.ticketone.it dalle ore 11 di Giovedì 9 Marzo.

Gli australiani King Gizzard sono una delle band più prolifere del pianeta, una delle rare storie di successo rock degli ultimi anni: attivi solo dal 2010, hanno realizzato ben ventitré album, dei quali cinque solo nel 2022, divenendo così da cult band a promessa mondiale del rock psichedelico.

Con un sound che fonde garage, freak folk, prog, surf, jazz fusion e heavy metal, la formazione, guidata dal polistrumentista Stu Mackienze, è composta da Mickey Cavanagh, Cookie Craig, Lukey Harwood, Amby Kenny-Smith e Joey Walker.

Se i loro album vengono osannati dalla critica, i loro energici live sono anche meglio, esplosivi, frenetici e grondanti di sudore, aprono la lista dei paragoni eccellenti, dagli alfieri del revival psichedelico Tame Impala, a dei novelli B-52 fermentati con yogurt acido, fino all'eclettismo dei Flaming Lips, adagiando definitivamente la psichedelia nelle braccia del lo-fi per dar vita a un nuovo archetipo di garage-psych-rock da era tecnologica.

La loro storia comincia nel 2010, quando i sette ragazzi abbattono le barriere territoriali e la distanza di 400 chilometri tra Anglesea e Deniliquin, che li pone su due poli dell’Australia, per dare vita a tutte le idee sviluppate durante i loro studi universitari a Melbourne. La band mette nel loro contenitore sonoro una quantità d’influenze musicali, destabilizzando il linguaggio psichedelico alla maniera di Frank Zappa: tre chitarre, un’armonica distorta, ritmi incalzanti e destrutturanti (due batteristi), testi che hanno il solo scopo di indurre il canto verso la rabbia e la grinta, e soprattutto tanto rock’n’roll:

Ecco la formula dei King Gizzard & The Lizard Wizard.

Dopo un paio di EP, nel 2012 arriva l’esordio con “12 Bar Bruise”, un album completamente autoprodotto. A un anno di distanza seguono anche “Eyes Like the Sky”, un gioiello di psichedelia in chiave western che rende omaggio alle atmosfere spaghetti-western, e “Float Along - Fill Your Lungs”, in cui chitare, sitar e shogaze rimandano al rock psichedelico più classico.

Il 2014 e l’anno di “Oddments” e “I'm in Your Mind Fuzz”. La band non intende arrestarsi e nel 2015 pubblica “Quarters!” e “Paper Mache Dream Balloon”, rispettivamente la loro sesta e settima opera: mentre “Quarters!” trae ispirazione dalla jazz-fusion e dall'acid rock, il secondo e un «concept album senza concetto» registrato solo con strumenti acustici.

Nel 2016 la svolta. Nel mese di Aprile la band pubblica “Nonagon Infinity”, il loro primo album distribuito in tutto il mondo. Il disco, acclamato dalla critica - Pitchfork afferma che «uno dei piu oltraggiosi, esilaranti rock'n'roll in recente memoria» - fece ottenere alla band il suo primo ARIA Award come Best Hard Rock Album.

Da qui la carica per intraprendere la loro nuova impresa: pubblicare cinque album in un anno nel 2017:  “Flying Microtonal Banana”, un esercizio di stile sulla musica micro tonale, “Murder Of The Universe”, «un concept album sulla fine di tutti i concetti», sull’apocalisse della razza umana e sul predominio dell’intelligenza artificiale, composto da tre capitoli: “The Tale Of The Altered Beast”, “The Lord Of Lightning vs Balrog” e “Han-Tyumi And The Murder Of The Universe”.

Ad Agosto esce “Sketches of Brunswick East” (il titolo e un omaggio all’album di Miles Davis “Sketches Of Spain”), che si avvale della collaborazione dei Mild High Club, il collettivo jazz psichedelico di Chicago di Alex Brettin. A novembre esce “Polygondwanaland” e, infine, il 31 Dicembre “Gumboot Soup”. Il loro continuo cambiare genere e cambiare volto, dando aspettative sempre più alte è quello che li contraddistingue.

Dopo un anno di pausa, ad aprile 2019 la band pubblica "Fishing for Fishies” e soli quattro mesi dopo la band dà alle stampe "Infest the Rats' Nest" in cui la band sperimenta sonorità heavy metal.

A novembre 2020 esce “K.G. - Explorations into Microtonal Tuning, Volume 2”.

Nel 2021 la band pubblica due album: "L.W. -  Explorations into Microtonal Tuning, Volume 3" e, a giugno, "Butterfly 3000".

Quest’anno la band ha deciso di replicare la fatica del 2017: pubblicare ben cinque album in studio in solo un anno. Ed ecco che, dopo “Made In Timeland” e“Omnium Gatherum”, arrivano anche “Ice, Death, Planets, Lungs, Mushrooms And Lava”, pubblicato il 7 ottobre, “Laminated Denim”, in uscita il 12 ottobre e “Changes” il 28 ottobre.

“Naturalmente, ogni jam quotidiana aveva un sapore diverso, perché ogni giorno era in una scala diversa e un diverso BPM”, spiega il leader della band australiana Stu Mackenzie, “entravamo in studio, sistemavamo tutto, facevamo un po’ di ritmo e improvvisavamo. Niente idee preconcette, niente concetti, niente canzoni. Suonavamo per circa 45 minuti, poi scambiavamo gli strumenti e ricominciavamo”.

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